Aggiornato il 29 mar 2024
Si sente parlare spesso di allergie, intolleranze, infiammazione in riferimento agli alimenti e alla funzionalità del nostro intestino. Tuttavia troppo spesso i confini tra questi termini rimangono indefiniti e confusi. Mentre invece è necessario prendere consapevolezza delle loro differenze, per capire come si sviluppano e intraprendere un percorso di riacquisto della tolleranza.
Identifichiamo 6 tipi di reazioni avverse agli alimenti: allergie alimentari, infiammazioni da sovraccarico o allergie ritardate, intolleranze alimentari da deficit enzimatici, difficoltà digestive per costituzione o stato fisico transitorio, ipersensibilità a cibi ricchi di istamina, tossicità da sostanze velenose.
Allergie alimentari
Sono caratterizzate dall’attivazione di un particolare tipo di anticorpi rilevabili attraverso le analisi del sangue, detti Immunoglobuline di tipo E (IgE per gli amici). La reazione che scatenano è acuta e molto forte, subito conseguente all’ingestione del cibo a cui si è allergici. Può essere costituita da una dissenteria improvvisa, da un rush cutaneo o da qualsiasi altra reazione che in pochi minuti diventa estremamente manifesta. Può essere potenzialmente mortale, in quanto può condurre allo shock anafilattico.
Allergie ritardate o infiammazioni da sovraccarico
Sono dovute principalmente all’ingestione ripetuta di una sostanza e talvolta impropriamente definite intolleranze alimentari. Fino a un certo momento, l’assunzione di questa sostanza può non dare nessun tipo di problema, ma inizia a creare uno stato di infiammazione subclinica di cui spesso è difficile accorgersi. A un certo punto, in un momento della propria vita in cui l’organismo si trova in una situazione di sovraccarico generale (vedi metafora del vaso di Bertalanffy), si sviluppa una reazione più o meno forte, riscontrabile dai livelli elevato di un altro tipo di anticorpi, detti Immunoglobuline di tipo G (IgG).
Quindi i fattori che ne determinano l’insorgenza sono da una parte la sovraesposizione all’alimento, dall’altra tutto ciò che va a ridurre la capacità compensativa del nostro organismo: stress ambientale, agenti infettivi, stress fisici, ormonali, chimici, psicosociali.
Nel Laboratorio Analisi di Innesti è possibile sottoporsi a diversi test per verificare la presenza di infiammazioni da sovraccarico, che per capirci meglio chiamiamo "test delle intolleranze". Prenotali qui!
Intolleranze alimentari
Le intolleranze alimentari vere e proprie sono reazioni biochimiche alla mancanza di enzimi deputati alla digestione di determinate sostanze. Non si tratta quindi, come nei due casi precedenti, di reazioni immunologiche mediate da anticorpi, ma la causa può essere genetica oppure conseguenza di agenti infettivi o malattie intestinali.
Solitamente la reazioni è forte ed evidente e strettamente correlata all’assunzione dell’alimento. Alcuni esempi sono:
- l’intolleranza al lattosio (o ipolattasia) causata da una mancanza parziale o totale dell’enzima lattasi, che causa fermentazione intestinale. Ne parlo anche nell’articolo Chi è capace di digerire il latte?
- il favismo, una grave malattia endemica del Mediterraneo, di origine genetica, in cui l’assunzione di fave crea emolisi acuta
- la galattosemia, in cui la difficoltà di digestione del galattosio può causare gravi problemi neurologici
- la celiachia o enteropatia da glutine, una malattia complessa dell’intestino tenue, ancora oggi oggetto di studi, in cui sembra che all’intolleranza alimentare si sommino infiammazione intestinale e reazione autoimmune. Ne parlo anche nell’articolo Gli esami per la celiachia.
Difficoltà di digestione per costituzione o stato fisico transitorio
Si tratta di una difficoltà di tipo nutrizionale in un determinato periodo della vita.
“Ho sempre digerito i peperoni e adesso mi danno fastidio”.
“In questo periodo il caffè mi causa acidità di stomaco” e magari tra tre mesi la condizione cambierà.
Può essere determinata ad esempio da una predisposizione genetica allo sviluppo di difficoltà digestive, che diventa evidente in alcuni periodi particolari, per esempio di stress intenso.
Ipersensibilità all’istamina
L’istamina è una molecola prodotta dal nostro organismo responsabile delle più diversificate reazioni allergiche.
Esistono però anche cibi che contengono istamina e cibi che aumentano il rilascio dell’istamina autoprodotta all’interno del nostro corpo.
Per tutti, è consigliabile non consumare quantità eccessive di questi cibi o quantomeno non associarli all’interno dello stesso pasto. Tuttavia, per i soggetti predisposti, anche l’assunzione di un solo cibo isolato può causare l’insorgenza di problematiche nel giro di qualche ora.
Per questo, facciamo un veloce ripasso.
I cibi che contengono più istamina sono:
- Sgombri, aringhe, sardine, tonno
- Formaggio grana, camembert, emmenthal, gouda, cheddar e altri formaggi simili
- Insaccati, carne in scatola
- Melanzane, spinaci, pomodoro
- Aceto di vino rosso, vino bianco, champagne
I cibi che provocano un aumento del rilascio di istamina sono:
- Papaya, fragole, ananas, agrumi
- Frutta secca
- Albume d’uovo
- Crostacei
- Liquirizia
- Cioccolato
- Spezie
- Spinaci (che contengono anche istamina)
Diciamo che per una persona che spesso soffre di reazioni allergiche o ipersensibilità a numerose sostanze o alimenti, una cena romantica a base di ostriche e champagne seguiti da fragole immerse nella fonduta di cioccolato potrebbe lasciare un ricordo tutt'altro che piacevole!
Tossicità da sostanze velenose
Le intossicazioni da sostanze velenose riguardano per lo più l’assunzione di funghi velenosi, tossina botulinica e metalli pesanti. Se nei primi due casi la manifestazione è acuta e l’unica soluzione è recarsi in un centro veleni ospedaliero, nel caso dei metalli pesanti la reazione è da accumulo ed esistono integratori che favoriscono la depurazione come la zeolite o l’alga clorella.
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