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Il Noce, pianta del cambiamento

Il Noce, pianta del cambiamento

Aggiornato il 06 lug 2023

Quando il re di Persia, in una notte gelida, avvolse nel suo mantello qualche seme di Juglans regia per portarlo in Occidente e poter gustare i suoi frutti anche lontano dalle pendici dell’Himalaya, probabilmente non era a conoscenza di tutte le proprietà che questa pianta serbava in sé. Mentre combatteva contro i venti gelidi ritornando al tepore dell’interno, non sapeva di tenere nelle mani dei veri e propri tesori. Il Noce infatti può vantare un potente effetto antinfiammatorio in vari distretti del corpo, nonché aiutare quando si presentano difficoltà digestive, disequilibri della glicemia, intolleranze alimentari, micosi ricorrenti, oppure essere impiegato come forte emostatico nell’epistassi e nel mestruo abbondante. E non è tutto! Ma ritorniamo ancora per un attimo al nostro re di Persia.

Fu grazie a lui infatti che la “Jovis glans”, la ghianda di Giove, il re degli dei, arrivò in Grecia e da qui passò al resto d’Europa. Le sue radici fortemente ancorate al terreno crebbero velocemente e diedero origine ad alberi isolati, fieri, che non tolleravano la crescita di altri arbusti sotto la loro chioma. La corteccia crebbe così liscia da non permettere a null’altro di aderirvi, si svilupparono velocemente le prime foglioline verdi (veloci tanto a spuntare quanto a cadere di colpo in autunno), e insieme ad esse si sparse nell’aria un inconfondibile profumo amarognolo. Poi venne aprile e con lui i primi fiori simili al grembo materno, che diventarono rosa corallo dopo l’impollinazione. Nacquero quindi i frutti con il loro mallo verde che nessun animale può penetrare. A settembre, le noci caddero a terra, il mallo ormai secco si aprì e lasciò libero il seme. Vennero quindi gli uomini ad aprire il guscio e videro il gheriglio, che li lasciò a bocca aperta. Quello strano nuovo frutto che stava ben riparato all’interno del guscio aveva una forma che non si era mai vista prima: era simile a un intestino con le sue volute, oppure a un cervello, con tanto di due emisferi.

Il Noce, pianta del cambiamento
Il Noce, pianta del cambiamento

Il noce si adattò al cambiamento e imparò a vivere anche in Europa, sul confine tra la foresta medioeuropea e la foresta mediterranea.
Le parole chiave del Noce sono Cambiamento, Taglio e Adattamento.

Tradizionalmente, nella floriterapia di Bach, Walnut (il fiore del Noce) è il fiore di chi ha ambizioni e obiettivi ben definiti nella vita, ma ha incontrato nel suo percorso degli ostacoli che hanno creato qualche difficoltà nel mantenimento di un obiettivo chiaro e di una volontà ferrea. Walnut dona costanza e protezione dai condizionamenti del passato o del futuro, mantenendoci con i piedi ben ancorati a terra, nel presente, come le radici del noce. Fa da barriera ma non da muro, permette di superare il confine, tagliare le influenze esterne che non portano beneficio per rimanere focalizzati sul cambiamento in atto, senza venirne schiacciati ma anzi cogliendone tutte le possibilità. Favorisce cambiamenti rapidi, come fanno le sue foglie nel crescere e nel cadere, e manifesti, come i suoi fiori che diventano color corallo.

E’ il fiore della gravidanza, dello svezzamento, del primo giorno di scuola, dell’arrivo del fratellino (unito a Holly, fiore della gelosia), della pubertà, della menopausa. Il fiore che aiuta a cambiare le proprie abitudini quando si inizia a puntare la sveglia prima o a seguire un’alimentazione più equilibrata, quando si sta affrontando un trasloco. Aiuta il meteoropatico ad affrontare il cambio del tempo, l’ansioso scombussolato da un recente cambiamento, il ragazzo che deve mettere l’apparecchio (unito a Beech, che dona tolleranza).

Oltre ai fiori utilizzati in floriterapia, del Noce si utilizzano le gemme in gemmoterapia. I principali bersagli del macerato glicerico delle gemme di Noce sono: le flore simbionti e il pancreas endocrino. I due aspetti sono d’altra pare legati, perché una disfunzione pancreatica crea alterazioni nel metabolismo degli zuccheri e nell’utilizzo dei grassi a scopo energetico, causando acidosi e quindi favorendo il sopravvento di specie batteriche opportuniste. Il Noce protegge dalle ingerenze esterne, come la sua pianta che rimane isolata e non tollera interferenze, che ha una corteccia liscia su cui nulla riesce a crescere, e che nel momento di maggiore espansione si contorna di una fragranza sgradita a insetti e uccelli. Nessun uccello mangia i suoi frutti, così come il suo gemmoderivato sostiene la flora simbionte di cute, mucose orali, mucose respiratorie, mucose gastroenteriche e genitourinarie. Questa azione contrasta la crescita di patogeni, evitando che nel nostro organismo vengano ad abitare ospiti indesiderati, soprattutto funghi. Può essere molto utile ad esempio in un percorso di guarigione da Candida.

Nel suo Florario, Cattabiani inserisce il noce tra gli alberi fatati e ricorda con un sorriso come, nelle loro favole, i fratelli Grimm davano spesso tre noci in mano alle principesse come amuleti per trovare il loro principe: rompendole, ne uscivano abiti regali.
La magia e l'adattabilità del Noce gli hanno permesso anche di sopravvivere e prosperare tra la polvere e i detriti dei lavori di ristrutturazione della nostra farmacia, di presenziare fieramente all'evento di inaugurazione di Innesti e di continuare ogni giorno a dare il suo maestoso benvenuto ai nuovi volti che passeggiano sotto la sua chioma. Quando vieni a trovarci, prova a spingerti fino in fondo all'area Innesti Spa e ad addentrarti nel giardino: lo vedrai svettare al centro, mentre tutte le altre piante lo circondano, godono della sua ombra e del danzare delle sue foglie macchiate di sole nel venticello mattutino.

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