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Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy

Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy

Aggiornato il 22 lug 2023

Questa volta, pur trattando di vasi, non parlerò come al solito di splendidi artigiani che mi ispirano con le loro creazioni né di tecniche dal sapore orientale. Perché in questo articolo il vaso sono io! E siete tutti voi!
Tranquilli, non sono impazzita, e non è nemmeno farina del mio sacco. Tutta “colpa” del biologo austriaco Ludwig von Bertalanffy, studioso tra le altre cose di cibernetica dei sistemi complessi. E quale sistema è allo stesso tempo così complesso ma anche così meraviglioso come quello dell'organismo umano?
Durante i suoi studi, Bertalnffy indagò a fondo la funzionalità e le infinite possibilità di guarigione che il corpo mette in atto in ogni momento, così come le cause che possono portare una persona allo scompenso di tutto il meccanismo e quindi alla manifestazione di un sintomo di malattia.

Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy
Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy

Che cos'è quindi la malattia per Bertalanffy? E' un venir meno della condizione fisiologica che ci segnala (come una spia sul cruscotto dell'auto) che qualcosa non sta andando bene. Lo scopo della naturopatia è prima di tutto quello di prendersi cura della persona preventivamente, attraverso l'educazione a uno stile di vita ottimale per lei, affinché la spia non esca, perché non c'è nulla da segnalare. Nulla da dichiarare. Passiamo la dogana velocemente e senza problemi.

Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy
Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy

Ma, dal momento che la vita è complessa e gli stimoli che ci mette di fronte spesso ci scombussolano su più livelli, accade che qualche disequilibrio sopravvenga. E così la naturopatia ci viene ancora una volta in soccorso per riportare le cause sottese a un equilibrio e quindi far spegnere la spia, ovvero far venire meno il sintomo perché non ha più ragione di esistere.
Un approccio differente da quello che spesso cerchiamo di fare con un rimedio sintomatico che cancelli velocemente il sintomo senza farcelo più nemmeno avvertire. Questo equivarrebbe nella nostra metafora ad appiccicare un bel cerotto su quella spia che nel frattempo diventa sempre più rossa e pulsante. E dire che siccome è coperta e non la vediamo, allora è tutto a posto.

Ma torniamo al nostro Ludwig von Bertalanffy e al suo vaso. Perché all'inizio dicevo “il vaso sono io”?

Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy
Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy

Bertalanffy assimila ogni persona a un vaso, in cui cadono giornalmente delle gocce di acqua. Queste gocce sono tutto ciò che la vita ci propone: cibi, stimoli che ci fanno provare determinate emozioni, batteri, virus, colpi di freddo, grandi gioie e grandi tristezze, e chi più ne ha più ne metta.
Un vaso pulito, non sommerso di acqua stagnante, accoglierà queste gocce senza proferire parola, le gocce rimarranno nella sua ampolla e non usciranno fuori.
Ma se il vaso è già pieno di altre cose, allora arriverà prima o poi, senza nemmeno tardare tanto, quella goccia che lo farà traboccare.

Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy
Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy

Se ogni persona è un vaso, allora l'acqua che trabocca sarà la malattia, il sintomo evidente, per esempio il dolore, la gastrite, l'influenza, e tutte le altre patologie che ci affliggono.
E quello che va a riempire e sporcare il vaso sono: una costituzione fisica magari debole o predisposta a determinate patologie (su questo possiamo fare poco, ma non è l'unica cosa che conta), un carico tossinico elevato (dato per esempio da un'alimentazione non equilibrata o da un accumulo di metalli pesanti), un carico emotivo importante (dato da stress, emozioni difficili da gestire, tensioni quotidiane, impedimenti alla propria realizzazione) e la presenza di carenze nutrizionali (di macronutrienti, vitamine o minerali).

Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy
Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy

Che cosa ci dice questa metafora?

1) Che se il nostro vaso non è pulito, ma pieno fino all'orlo di queste situazioni che silenziosamente vanno a minare la nostra salute e il nostro benessere, anche una piccola sollecitazione che il nostro corpo in buone condizioni sarebbe in grado di gestire senza problemi può trasformarsi in una patologie più o meno grave.

2) Che quando il sintomo si manifesta, significa che il mio vaso è in disequilibrio già da un po' di tempo, anche se non si vedeva.

Qualche anno fa sono stata in Groenlandia e ho fatto kayak tra enormi iceberg che spuntavano come montagne dalle acque gelide.

Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy
Che cos'è la malattia? La metafora del vaso di Bertalanffy

Ma mi avevano avvertita che quello che vedevo era più o meno il 10% dell'intero iceberg, il 90% non si vedeva, era sommerso sott'acqua.
Il sintomo, la malattia che vediamo, è come la punta dell'iceberg, il 90% che non vediamo è fatto di piccole azioni quotidiane che non ci fanno bene, scelte non ottimali per noi in quel momento, infiammazioni croniche sottese, cibi ed eventi difficili da metabolizzare, organi rallentati da tossine, enzimi a cui mancano minerali essenziali per funzionare bene. Su questo dobbiamo agire, e toglieremo il 90% del problema.
Se ci curiamo esclusivamente di mettere a tacere il sintomo, asciughiamo solamente l'acqua che fuoriesce dal vaso: è necessario sul momento, ma la soluzione è immergersi nelle acque gelide e vedere che cosa c'è sotto.
Se vuoi farti accompagnare da me in questo percorso, prova a dare un'occhiata alla pagina in cui ti parlo dei Percorsi di Salute.

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