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La pianta del mese di Maggio: la Betulla

La pianta del mese di Maggio: la Betulla

Aggiornato il 20 mag 2024

Se c'era una pianta che ad ogni costo avrei voluto nel giardino officinale di Innesti, quella era la Betulla, la fidanzata della luce e del vento come la definì Pelikan. E così oggi nel giardino di Innesti è possibile passeggiare in un vialetto di betulle che ergono i loro fusti sottili nell'aria come in una candida danza. Vi consiglio di venire a farci un giro in una giornata soleggiata ma anche ventilata, per sentire il dolce fruscio delle foglie, per apprezzarne le nervature che disegnano labirinti dorati, per ammirare i raggi del sole che si insinuano attraverso di esse e le fanno brillare come cascate di paillettes in perenne movimento.
Considerando che la loro vista già ispira sentimenti di pace e serenità, possiamo però leggere nella tradizione del loro uso che numerose parti di questa pianta soave hanno indicazioni officinali ben precise ed efficaci in diverse problematiche.
Dal punto di vista botanico, ne esistono fondamentalmente due tipi utilizzati in fitoterapia: la Betulla verrucosa o pendula è la specie più diffusa alle nostre latitudini, le sue foglie sono affilate e i giovani rami sono pendenti con numerose ghiandole resinifere. Invece la Betulla pubescens o alba è più diffusa nel Nord Europa, ha foglie dentate e vellutate e la corteccia bianca candida.


Nella tradizione europea, la Betulla è una pianta largamente utilizzata. Da sempre le foglie e la corteccia vengono utilizzate come febbrifughe, contro i problemi articolari e nelle dissenterie. Un proverbio russo dice che la Betulla ha quattro poteri: fornisce luce (dalla corteccia si ricavavano delle rudimentali torce), seda le grida (intendendo il cigolio delle ruote dei carri, infatti il catrame ottenuto dalla corteccia veniva utilizzato come lubrificante meccanico), purifica (con i rami si realizzavano delle specie di fruste per fustigazioni all'interno delle saune che aumentavano la sudorazione) e guarisce (per tutti i suoi utilizzi medicamentosi).
Nelle mitologie nordiche, la Betulla è sempre associata a una figura divina femminile, Berchta "colei che brilla" per i celti, oppure "Berkana" la prima lettera dell'alfabeto runico con cui tutto inizia (il tempo, la primavera, la vegetazione), "Birgid" la dea che d'inverno si ritira nel sottosuolo e in primavera torna con l'aspetto di una giovane fanciulla a far germogliare tutte le piante, o ancora "Beth" la madre irlandese della conoscenza, dell'apprendimento, della memoria.


Ma come viene utilizzata la Betulla in fitoterapia?
Gli usi officinali della Betulla cambiano a seconda della parte di pianta che utilizziamo e della specie da cui deriva. Con le foglie di entrambe le specie di cui abbiamo parlato prima, si possono realizzare infusi ad azione diuretica e depurativa oppure tinture madri ricche di flavonoidi (quercetina, rutina) che agiscono sul drenaggio epato-renale, oli essenziali, acido clorogenico e caffeico (anch'essi attivatori dell'asse epato-renale), saponine e salicilati antinfiammatori.
La tintura madre di foglie di betulla può essere utilizzata quindi nelle dislipidemie con alterazioni del connettivo (cellulite, colesterolo alto, trigliceridi alti), negli stati reumatici con elevati valori di azotemia e uricemia, negli stati infiammatori delle vie urinarie (cistiti, prostatiti), nelle dermatosi come drenante e antisettico.


Se prendiamo in considerazione la Betulla verrucosa, possiamo utilizzarne le gemme, la linfa o i semi.
La Betulla verrucosa gemme è un drenante e antinfiammatorio sistemico attivo su tutte le mucose, i tessuti ghiandolari e i tessuti connettivi. Può essere utile in tutte le infiammazioni che da acute stanno diventando recidivanti: riniti allergiche e infettive, rinofaringiti, otiti, sinusiti, artriti e stati pre-gottosi, mastopatie fibrocistiche e fibroadenomatose, sindromi nefritiche, febbre, difficoltà di digestione con esagerata produzione di acidi a livello dello stomaco.
La Betulla verrucosa linfa, invece, ha un'azione simile a quella della tintura madre ma lavora maggiormente a livello di matrice extracellulare. La sua raccolta avviene solitamente nel mese di marzo praticando alcuni fori nel tronco. E' un rimedio depurativo generale e aspecifico tipico della primavera, che riduce l'intossicazione e l'infiammazione cronica di basso grado, utile in caso di sindromi reumatiche, cellulite, edemi, dermatosi, disturbi urogenitali.
Infine, un utilizzo che non vi aspettate per la betulla è quello della Betulla verrucosa semi, che ha bersagli totalmente diversi dalle altre estrazioni: agisce infatti sul sistema nervoso centrale e neuroendocrino. In realtà, si parla sempre di un'azione disintossicante, ma in questo caso in caso di "intossicazione psichica". I semi portano il rinnovamento della pianta a livello del cervello. E' un rimedio elettivo nell'esaurimento psico-fisico con stanchezza e letargia, tendenze a stress, umore basso e burn-out, confusione mentale con mancanza di lucidità, concentrazione e memoria, anche nell'anziano.


La Betulla pubescens, dal canto suo, ci offre come preziosi doni le sue gemme, gli amenti e la corteccia interna delle radici.
Quest'ultimo rimedio è citato in letteratura ma al momento non in commercio. Ha attività diuretica e veniva impiegato in passato nell'insufficienza renale, nell'iperuricemia e nell'ipercolesterolemia, in quadri anche gravi.
La Betulla pubescens gemme, invece, è un rimedio molto indicato in una precisa tipologia di persone, i cosiddetti "tipi Abete" che beneficiano così tanto dei gemmoderivati di Abete, Rosa Canina e Betulla pubescens gemme, appunto. Sono persone con bassi livelli di energia e sistema immunitario in genere poco efficiente, spesso affetti da problematiche respiratorie e/o osteoarticolari, che spesso da piccoli hanno sofferto di rachitismo e problemi dentari e da adulti tendono all'osteopenia, alla stanchezza cronica, a frequenti rinofaringiti e artrosi.
Infine, la Betulla pubescens amenti è un rimedio del sistema endocrino. Anche in questo caso, è un rimedio tipologico, del "tipo Abete" o in generale di persone che tendono ad avere valori ormonali medio-bassi. In questi soggetti, il gemmoderivato aiuta in caso di amenorrea o ciclo mestruale scarso, scarsa concentrazione ormonale sia maschile sia femminile, ritardi puberali, sterilità, disturbi della libido, frigidità, impotenza, ipotiroidismo anche lieve con rallentamento metabolico e sovrappeso.
Per info su quantità e dosaggi e per valutare quale rimedio è più adatto a voi, scrivetemi su whatsapp o mail.

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