Aggiornato il 27 mag 2024
Non so se qualcuno di voi ha avuto il privilegio di sostare all'ombra delle foglie di un imponente ginkgo sacro nel cortile di un tempio giapponese: credo che sia una di quelle esperienze, di quelle sensazioni, che non dimenticherò mai nella vita.
Le sue foglie bilobate, come divise in due, ondeggiavano al vento ed erano di un colore giallo talmente acceso che sembravano accogliere e amplificare i raggi del sole in un fresco pomeriggio di novembre.
E' un albero fossile, l'unico superstite non solo del suo ordine ma anche dell'intera famiglia botanica. Da sempre considerato un albero sacro, sembra che si sia estinto intorno al 1000 a.C., quando alcuni monaci cinesi decisero di intraprenderne la coltivazione soprattutto intorno ai templi, perpetuandone per sempre l'esistenza sulla terra. Nell'Ottocento, l'aspetto bilobato unico delle sue foglie fece pensare che si trattasse dell'albero di passaggio tra le specie aghifoglie e quelle latifoglie, ma in realtà si tratta di un essere vivente molto più antico e antecedente a questa transizione, diffuso fin dal Terziario, molto prima degli aghifoglie stessi.
Citato nei trattati di medicina cinese fin dal I secolo a.C. come un "albero di lunga vita", venivano utilizzate le sue foglie e i suoi semi per migliorare la circolazione e per trattare disturbi quali asma, bronchite, tosse e leucorrea.
Oggi utilizziamo le sue foglie per realizzare infusi, tinture madri, estratti secchi (compresse) ed estratti fluidi, le sue gemme per realizzare macerati glicerinati, i semi trattati con un singolare procedimento disponibili solamente in Cina.
Le estrazioni a nostra disposizione hanno tutte utilizzi abbastanza simili tra loro, con la differenza che solamente i gemmoderivati possono essere assunti in associazione a farmaci anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici, antipertensivi e antinfiammatori senza pericolo di effetti collaterali e anche per lunghi periodi.
Il macerato glicerinato delle gemme di Ginkgo biloba agisce su tutti i vasi sanguigni, sull'apparato respiratorio e sulla pelle.
E' molto utile in situazioni di cronicità, in cui le problematiche di circolazione perdurano nel tempo e hanno provocato un danneggiamento della struttura della parete del vaso: il gemmoderivato di Ginkgo è in grado di ridurre l'infiammazione, migliorare l'ossigenazione dei tessuti e l'alterazione dell'endotelio del vaso, anche dei vasi cerebrali (ischemie, senescenza cerebrale).
Agisce poi su: fragilità capillare (naso che sanguina spesso, problemi di circolazione di mani e piedi), alterazioni di vene e arterie, allergie respiratorie come mantenimento (meglio la tintura madre in acuto), difficoltà di respirazione, asma intrinseca, allergie cutanee, problemi agli occhi e difficoltà uditive dovute a problemi circolatori.
D'altro canto, le tinture madri e gli estratti secchi di Ginkgo biloba, che non devono essere assunti in corso di terapia farmacologica, sono ricchi di flavonoidi con azione antiradicalica, bisflavonoidi che lavorano sul sistema circolatorio, ginkgolidi A, B e C fluidificanti del sangue e antinfiammatori, quercetina e altri composti fitochimici attivi. Agiscono sui vasi (anche sul microcircolo cerebrale), sulle mucose dell'apparato respiratorio, sulla parete gastrointestinale e sulla cute.
Hanno 3 azioni principali:
- antiradicalica e radical scavenger, ovvero sono in grado sia di prevenire la formazione di radicali liberi sia di favorire l'eliminazione di quelli che si sono già formati in seguito ad abitudini di vita scorrette, inquinamento, stress ecc.
- anti-PAF, ovvero sono in grado di inibire questo fattore dal nome simpatico, il PAF, sigla che sta per Fattore di Aggregazione Piastrinico. In questo modo il Ginkgo riduce il rischio di ischemie e trombi e interrompe la cascata infiammatoria
- vasoprotettiva di tutti i vasi: i capillari (del cervello, dei polmoni, del sistema gastrointestinale, dei reni, della cute), le vene (di cui previene lo sfiancamento, con successivo rallentamento della circolazione e edema) e le arterie (di cui previene la sclerosi (che porta a problemi cardiovascolari).
Il Ginkgo si presta ad essere associato a diversi altri rimedi naturali, che ne specificano per esempio l'azione antiradicalica o circolatoria verso determinati distretti. Per esempio:
- associato al Cipresso, specializza la sua azione a livello del circolo venoso
- associato al Mirtillo, si dirigerà invece maggiormente verso i capillari
- associato al Carpino, si indirizzerà maggiormente verso l'apparato respiratorio.
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