Aggiornato il 22 lug 2024
Normalmente si sente parlare di genitori che cercano di spingere i figli a percorrere la loro stessa strada e a svolgere il loro stesso mestiere. Nel caso di Andrea Mattioli, umanista, medico e botanico senese del Cinquecento, invece, il padre medico tentò di allontanare il figlio dal seguire la medesima strada, senza riuscirci. Andrea amava lo studio dell'anatomia, della fisiologia e della patologia umana, e ancora di più amava studiare le piante e come queste potevano aiutare le persone a stare meglio.
Questo lo portò a compiere diversi viaggi, catalogando e indagando i componenti chimici di numerosi rimedi utilizzati in diverse tradizioni medicinali, e in uno di questi viaggi conobbe delle strane castagne che a Costantinopoli venivano somministrate ai cavalli per fluidificare e sciogliere il muco in caso di affezioni respiratorie. Li riportò con sé di ritorno dal suo viaggio e fu così che per la prima volta approdò in Europa l'Ippocastano.
A causa dell'elevata concentrazione di saponine, in particolare di escina (principio attivo che ancora oggi utilizziamo per favorire la circolazione del sangue anche in caso di ematomi), i frutti dell'ippocastano, queste "castagne dei cavalli" o "castagne matte" che avevano conquistato l'attenzione del Mattioli, furono vietate. Infatti, pur essendo degli efficaci fluidificanti, la dose efficace e la dose tossica erano molto vicine, e quindi si rischiava di rimanerci secchi per una tosse grassa!
Tuttavia ancora oggi vengono utilizzati sia la corteccia e le foglie (ma il più delle volte sostituiti da rimedi più efficaci che agiscono sugli stessi bersagli), sia le gemme, che costituiscono invece uno dei rimedi più utilizzati e più efficaci in caso di disturbi circolatori, che ci affliggono soprattutto in estate, ma non solo!
Una caratteristica estremamente poetica ma anche concreta di questo albero ci viene fornita dalla tradizione antroposofica, che definisce l'Ippocastano come "la casa delle Ondine", gli esseri naturali che vivono tra aria e acqua: nelle cascate, nei torrenti, nelle nuvole che nient'altro sono se non acqua ammassata nell'aria. Sono esseri mutevoli, danzanti, in continuo movimento, che legano e sciolgono in un perpetuo divenire come la schiuma delle onde.
Allo stesso modo l'Ippocastano, apparentemente così pachidermico, imponente, maestoso, statico e legato alla terra, ha in sé un profondo legame con le acque, l'aria e il movimento.
I suoi rami iniziano la crescita incurvandosi al suolo ma poi risollevandosi rapidamente verso il cielo. Le gemme si sviluppano verso l'alto, le infiorescenze piramidali restano leggere a ondulare nell'aria (solo i fiori alla base fruttificano). La stessa escina ha proprietà schiumogene ma anche fluidificanti.
Così l'azione salutistica dell'Ippocastano ripristina l'equilibrio tra aria e acqua, è utile nel ristagno di liquidi a livello tissutale ma anche come mucolitico a livello polmonare. E' in grado di vincere le stasi circolatorie, soprattutto venose, riportando ossigeno e movimento, vivificando il sangue venoso stagnante.
Il gemmoderivato di Ippocastano è dunque utile in caso di:
- Congestioni venose del bacino e degli arti inferiori, come cellulite, formicolii, flebiti, varici, ulcere, emorroidi, ipertrofia prostatica, cistiti, fibromi
- Infiammazioni articolari con dolori, con note croniche, a carico della zona pelvica, lombosacrale e degli arti inferiori
I soggetti che beneficiano di Ippocastano tendono ad accumulare liquidi nella parte inferiore del corpo, dal bacino in giù. Spesso si tratta di persone freddolose, con gambe e piedi freddi, con predisposizione all'insufficienza epatica.
A questa pesantezza fisica, si associa spesso una pesantezza emotiva, con malinconia, stanchezza, e andatura strascicata dei piedi.
Può essere associato a:
- Castagno, la pianta del mese di Luglio, dal momento che Castagno lavora maggiormente sui vasi linfatici mentre Ippocastano svolge la sua azione prevalentemente su quelli venosi
- Sorbo, che lavora rafforzando l'endotelio dei vasi, mentre Ippocastano lavora sui fluidi che vi scorrono all'interno, migliorandone l'ossigenazione, riducendone l'infiammazione e quindi il rischio che trasudino all'esterno dando origine a edemi.
L'Ippocastano in Floriterapia
Anche il dottor Edward Bach utilizzò l'Ippocastano per i suoi rimedi floreali volti a curare il fisico partendo dalla dimensione psichica. In particolare utilizzò:
- i fiori di Ippocastano nel rimedio White Chestnut, indicato contro il senso di pesantezza dato dal continuo susseguirsi delle idee prodotte da una mente che corre rapida come un cavallo (non per niente questo albero produce le castagne per i cavalli). Sul fisico, White Chestnut può essere consigliato come supporto in caso di insonnia da troppi pensieri e sintomi caratterizzati da ripetizione inconsulta e accelerata (tic nervosi, acufeni, balbuzie, singhiozzo, tosse incessante).
- le gemme di Ippocastano nel rimedio Chestnut Bud, adatto alle persone che non imparano mai dai loro errori e non riescono a fare tesoro dell'esperienza per lasciar fluire e andare oltre, ma ripercorrono sempre gli stessi sentieri e abitudini negative. Sul fisico, questo rimedio viene consigliato come supporto anche nei ritardi dello sviluppo psicofisico, nella dislessia e in tutte le malattie ricorrenti.
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